Michela Del Conte
Acqua viva – Installazione – 2014
Legno, stampa su carta da lucido, lampade fluorescenti
900 mm x 900 mm x 50 mm
L’acqua vivificante
di Marialuisa De Santis
Acqua viva è l’opera di Michela Del Conte. L’artista parte dal racconto giovanneo dell’incontro tra Cristo e la Samaritana. Moltissime nella storia dell’arte le rappresentazioni di questo episodio, la Samaritana, dopo la Maddalena è forse addirittura il personaggio del angelo più rappresentato. Il pensiero comunque, riferendoci a questo episodio, va subito alla famosa tela di Annibale Carracci, che attentissimo ai particolari, come voleva il periodo che stava vivendo, quello della Controriforma, si attiene perfettamente al narrato evangelico. La Samaritana si trova al centro della scena, Cristo ha la mano sul cuore: il colloquio è evidentemente già avvenuto e la donna sta correndo per darne testimonianza, abbandonando l’anfora ai piedi del pozzo di Giacobbe.
Carracci rappresenta anche i discepoli che tornano dall’approvviggionamento del cibo: riusciamo tra loro a riconoscere Giovanni e Pietro, rappresentati secondo l’iconografia tradizionale.
Ma dell’episodio evangelico, da un punto di vista teologico, conta soprattutto ciò che Gesù dice alla donna:”Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”1.
Del Conte con operazione concettuale elimina la sequenzialità del racconto ed enfatizza solo le parole di Cristo che spingono verso la conoscenza dell’acqua che ci renderà eterni. Per rappresentare l’acqua viva si affida unicamente al colore:”Non, la couleur m’est pas un luxe. Elle me fait entrer dans l’intimité de l’être”2 (No, il colore non è un lusso. Esso mi fa entrare nell’intimità dell’essere) ha scritto Guitton, teologo e artista profondamente cristiano. E Dio per Sant’Agostino, si trova proprio “più al di dentro del centro dell’uomo, nell’intimità dell’essere, allo stesso modo che più in alto del suo punto più alto”3. […]
* Marialuisa De Santis, Credere la luce 4, Giulianova, Edizioni Fondazione Piccola Opera Charitas, 2014, p. 53.
- Giovanni 4, 13-15.
- Jean Guitton, Portraits et circostances, Paris, Desclée de Brouwer, 1989, p. 179.
- Agostino, Confessioni, III, 6, 2.